Sabato 16 e Domenica 17 ottobre , il Consorzio del Canale Demaniale di Caluso partecipa alle giornate del FAI con una piccola mostra fotografica sul Canale, articolata in temi: LA STORIA – IL PAESAGGIO E LE PASSEGGIATE – LO SFRUTTAMENTO DELL’ACQUA – LA PRATICA DELL’IRRIGAZIONE A SCORRIMENTO, che racconta la sua nascita, il suo percorso, evidenzia le difficoltà ed esalta la sua ricchezza stimolando al rispetto dell’ ambiente e ponendo in luce l’importanza della risorsa acqua per la vita , per l’agricoltura e per il mantenimento degli ecosistemi naturali ancora oggi esistenti.
Vi sono alcuni libri che raccontano la storia del Canale di Caluso talmente fu l’apporto che lo stesso diede sia allo sviluppo dell’agricoltura canavesana sia alla produzione di forza motrice tra la seconda metà del cinquecento e l’inizio dell’ottocento quando, lungo il Canale furono installate ventidue ruote per mulini e filande.
Il canale di Caluso è caratterizzato da due importanti eventi che ne caratterizzano la nascita e la storia.
Il primo è lo scavo che fu iniziato, su progetto dell’Ing militare Francesco Orologi, nel 1559 da Charles de Cossè de Brissac allora governatore francese del Piemonte grazie a una donazione di terreni della Comunità calusiese. La realizzazione del Canale di Caluso, detta anche bealera brissacca in sua memoria, divenne, in breve tempo, il più importante canale irriguo appartenente direttamente allo Stato Sabaudo (considerando che al tempo i più grandi canali piemontesi in esercizio erano privati e i Canali Depretis, Cavour e Farini non erano ancora stati costruiti). Il Canale seguì poi le sorti del feudo di Caluso fino al 1760 anno in cui fu ceduto allo Stato sabaudo. Oggi, dopo più di 400 anni, il Canale di Caluso serve ancora per irrigare un comprensorio di oltre 9000 ha con circa 71 derivazioni irrigue che vengono servite con l’unità di misura dell’oncia calusiese (pari a 24 l/sec) che fu un’unità di misura legale fino all’inizio dell’Ottocento per le concessioni di molti canali piemontesi.
Il secondo è la costruzione della Tenuta Mandria di Chivasso destinato all’allevamento dei cavalli, abbeverati grazie al prolungamento del Canale da San Giorgio (oggi sono visibili le gallerie storiche) , al servizio della corte sabauda che risale al 1769 e che ha festeggiato nel 2019 il 250esimo anno. Già in tale occasione il Consorzio aveva organizzato un workshop con relatori di eccellenza dal titolo “L’agricoltura del domani” . Un evento che ha spiegato come portare al passo l’agricoltura con i progressi dello sviluppo tecnologico e dell’informatizzazione, allo scopo di ridurre l’impatto sull’ambiente, aumentare la resilienza ai cambiamenti climatici e le caratteristiche del suolo, e, ovviamente, diminuire i costi per gli agricoltori.
L’impegno di tutti gli amministratori passati e presenti è stato fondamentale per mantenere inalterato negli anni il valore di questo Canale che racconta una storia del passato che è ancora oggi parte del substrato culturale presente. L’obiettivo futuro è quello di poter avere libertà ed indipendenza nelle scelte del nostro lavoro cercando di garantire sempre al meglio l’irrigazione delle colture agricole del territorio. Questo anche recuperando o intraprendendo un rapporto solido e strutturato con i Comuni, con le Società proprietarie delle forze motrici e con tutti gli Enti operanti nel comprensorio irrigato con il Canale di Caluso al fine di poter rendere fruibile il territorio dal punto di vista turistico e di valorizzare e proteggere l’ambiente.
Per ulteriori approfondimenti si può consultare il sito www.consorziocanalecaluso.it
Articolo tratto da “La Nuova Periferia” di Mercoledì 13 ottobre 2021.